Salemi e Valle del Belice

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Salemi e Valle del Belice: La storia


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Salemi, teatro delle continue guerre tra Selinunte e Segesta, è sempre stata alleata con Segesta. Nel 272 a.C., conquistata dai romani, venne dichiarata città libera ed esente dai tributi per essersi sottomessa volontariamente. Nel V secolo cadde prima sotto il dominio dei Vandali, poi sotto quello dei Goti, infine dei Bizantini.

Nell'827 iniziò la dominazione Araba, durante la quale la città conobbe un grande sviluppo. Sembra che il nome della città risalga proprio alla lingua araba. Vi sono diverse teorie: quella attribuita in onore di Saleiman, figlio del comandante che conquistò Alicia (precedente nome di Salemi); quella conseguente da “Sale” per la presenza del fiume Salso che rende le acque che attraversano la città salmastre; quella derivante dal significato di “Salam”, città salubre e sicura; quella tratta dal significato di pace (“Salem”).

Sotto il profilo agricolo, gli arabi introdussero molte e nuove coltivazioni nelle campagne circostanti: arance, limoni, pesche, albicocche, asparagi, carciofi, cotone, melanzane e spezie come lo zafferano, il garofano e la cannella.

In età normanna venne edificato il Castello. Dopo le dominazioni Sveve, alla morte di Federico II, ebbe inizio il periodo Angioino, che ridusse la popolazione in miseria, tanto che nel 1296, Federico III di Aragona declassò Salemi a città feudale. Nel dicembre del 1441 nel castello di Salemi si formò una confederazione comprendente Salemi, Trapani, Mazara, Monte San Giuliano e i baroni di Partanna e Castelvetrano, che si impegnava alla difesa della Real casa di Aragona. Per questo, la città venne maggiormente presidiata durante le incursioni turche. Con l'incoronazione di Carlo III di Spagna a Re della Sicilia ebbe inizio la dominazione borbonica.

Garibaldi, dopo lo sbarco a Marsala del 1860, si diresse a Salemi. Qui fu accolto con grande entusiasmo dalla popolazione ed assunse il dominio in nome di Vittorio Emanuele II, futuro Re d'Italia. Nella Piazza del municipio è presente una lapide ricorda l'evento. In quell'occasione Garibaldi issò sulla cima del castello la bandiera tricolore proclamando simbolicamente Salemi "capitale d'Italia".

La città di Salemi ha subito diverse calamità naturali. Nel 1270 il paese fu colpito da un'epidemia di peste. Per cercare di debellare il morbo furono bruciate e distrutte diverse abitazioni. Da questo evento il popolo domandò di avere un Santo Protettore del paese (San Nicola di Bari). Successivamente, a causa di un'epidemia di cavallette provocò gravi danni alle coltivazioni agricole e una carestia. Duecento anni dopo una frana si riversò sul convento dei Padri del Terz'ordine Francescano e sul convento dei Frati Cappuccini.

Nel 1968 si ricorda il terremoto della Valle del Belice che rase al suolo molti comuni. A seguito dell'evento sismico le autorità politiche e gli architetti chiamati a ridisegnare la struttura del comune optarono per un nuovo stile; è per questo che, ad una parte decentrata del paese appartiene maggiore densità abitativa, mentre il centro si caratterizza per uno schema di impianto arabeggiante, con vicoli ciechi articolati che portano a cortili e scale particolarmente ripide su strapiombi.

In posizione elevata e strategicamente dominante sorge il Castello, sulla base di un'antica fortezza greco-romana poi utilizzata dagli arabi e dai normanni, con pianta circolare.

Nei primi anni del 1600 era iniziata la costruzione del Duomo, su progetto dell'architetto palermitano Mariano Smiriglio, completata nel 1761. Col terremoto una parte crollò e col passare del tempo divenne un imponente rudere, in parte recuperato.

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